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TUDOR O NON TUDOR?

  • Immagine del redattore: SCADUTO ANTONIO
    SCADUTO ANTONIO
  • 4 apr
  • Tempo di lettura: 4 min

Nel mondo del calcio, soprattutto a Torino, le decisioni vengono prese in un attimo, ma le conseguenze si prolungano ben oltre la stagione in corso. La Juventus, da sempre abituata a fare il passo più lungo della gamba, sembra trovarsi ora di fronte a una tempesta che va oltre il campo da gioco. Ma non parliamo di calciatori, di mercato o di eventuali affari inaspettati: oggi il tema è un altro, apparentemente meno glamour ma altrettanto cruciale. Cosa accadrà a Igor Tudor? Il futuro dell’allenatore croato non è mai stato così incerto, eppure già qualcuno si permette di stilare liste dei prossimi allenatori della Juventus, come se fosse un gioco da tavolo con pedine già pronte per essere spostate. Facciamo un passo indietro: Tudor è arrivato a Torino come una sorta di tappabuchi. Un traghettatore, per dirla con linguaggio di mercato. Una soluzione a breve termine per rimediare al disastro Motta, che non aveva portato quella scintilla che la Juventus si aspettava da lui. Ma, come sempre accade nella mitologia calcistica torinese, le cose si fanno più complicate di quanto appaiano. Il croato ha accettato la missione senza troppi clamori: "Faccio il mio dovere, poi si vedrà". E si vedrà, in effetti, perché il piano della società è chiaro. Tudor è un uomo che potrebbe riuscire nell’impresa di riportare una Juventus vincente, ma in fondo, era già stato scelto con l’intenzione di un mandato breve. Giusto o sbagliato che fosse, la sua permanenza alla Juve, nell’immaginario collettivo, è una parentesi. Non un capitolo intero. E ora veniamo a quello che si legge in giro, tra rumor e speculazioni che fanno il giro del web come un fiume in piena. Già ci sono quelli che scommettono sul prossimo allenatore della Juventus, con una facilità disarmante, come se avessero accesso a una previsione infallibile. La realtà è che ad oggi Tudor è come il mare in tempesta: non si sa se sia destinato a restare o a scivolare via con la prossima onda. Certo, se chiudesse la stagione con una serie di vittorie e magari riuscisse anche a portare la Juventus a un buon Mondiale per Club, allora, forse, il suo nome resterà scritto nell’albo d’oro bianconero per un altro anno. Ma non basta. La Juventus è una macchina che chiede risultati tangibili, misurabili, e soprattutto *veloci*. A questo punto, Tudor dovrebbe quasi fare miracoli per convincere la dirigenza a guardare oltre l’estate 2025. E, attenzione, qui si entra nel terreno delle ipotesi. La Juve ha un piano, ed è un piano ben preciso. Se Tudor non dovesse convincere fino in fondo, i radar bianconeri sono puntati su nomi più illustri, più grandi. E chi c’è sulla lista? Beh, parliamo di Antonio Conte, naturalmente. La Juventus ha una storia con Conte che è come un film d’autore che nessuno si stanca mai di rivedere. Per quanto si voglia fare i sofisticati e parlare di "nuove idee" e "progetti a lungo termine", è sufficiente che Conte diventi disponibile, e la Juventus non ci penserebbe neanche due volte a riportarlo a casa, dove ha scritto la storia e ha vinto praticamente tutto. Sarà un sogno? Forse. Ma nella storia bianconera i sogni a volte si avverano con una sorprendente velocità. Tuttavia, non bisogna dimenticare che il calcio è fatto anche di colpi di scena. Tudor potrebbe smentire ogni previsione, ogni previsione da bar, e finire per restare in panchina più a lungo di quanto qualcuno si aspetti. Potrebbe vincere tutte le partite da qui alla fine della stagione, chiudere l’anno con un bottino d’oro, e farsi strada, magari anche con un Mondiale per Club che lo faccia brillare in un modo che non avremmo mai immaginato. E chissà, potrebbe perfino guadagnarsi una conferma. L’ipotesi Tudor potrebbe divenire realtà, e non solo una parentesi, ma una nuova era. Però – lo ripetiamo per non dimenticarlo – tutto questo dovrebbe accadere ora, e con una consistenza che non si limiti alla semplice rimonta in campionato. In sostanza, la Juventus ha un obiettivo chiaro: crescita. La continuità, sì, ma a condizione che venga alimentata dalla sostanza e dai risultati. E se Tudor non dovesse fare il salto di qualità, la dirigenza bianconera non si tirerà indietro dal cercare qualcosa di più, di grande, come solo il passato della Juventus comanda. Ma prima di tutto, c’è da riconoscere che a Torino nessuno si sognerebbe di fare scelte impulsive. La pazienza non è mai stata una virtù della Juve, ma nemmeno il rischio è qualcosa che si prende alla leggera. Non vogliamo negare che le voci su Tudor e sul suo futuro siano incerte, che la sua posizione sia delicata. Ma possiamo anche ridere di chi, da dietro uno schermo, si sente autorizzato a dare per scontato che l’allenatore bianconero sarà uno, due, o magari dieci allenatori diversi prima di giugno. Non è così semplice. Perché, pur con tutte le sue contraddizioni e difficoltà, il calcio di oggi non è un gioco da fantasy, ma una battaglia in cui le decisioni vanno prese con attenzione, ponderazione, e magari anche un pizzico di fortuna.



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