Tre motivi per cui la gestione di Motta alla Juventus è difficilmente difendibile
- SCADUTO ANTONIO
- 12 mar
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Il goffo errore di Dusan Vlahovic, che ha dato il via al contropiede culminato nel definitivo e umiliante 0-4 casalingo contro l’Atalanta (un risultato che non si vedeva in casa della Juventus dal 1967), incarna alla perfezione il fallimento della stagione bianconera sotto la gestione di Thiago Motta. Una Juventus distratta, senza carattere e incapace di reagire alle difficoltà. Una squadra incerta e acerba, allenatore compreso. Perché Motta, dopo soli nove mesi a Torino, sta minando la reputazione di "allenatore pronto e capace" che si era guadagnato con l’esperienza al Bologna. Le sue responsabilità sono evidenti e oggettive – anche se non sono uniche, visto che i veri colpevoli di questo disastro sono probabilmente altrove, ma questa è un’altra storia. Da una gerarchia incerta a una gestione tecnico-tattica confusa, con una formazione che cambia continuamente e giocatori spesso fuori ruolo, fino a una comunicazione inefficace: così Motta sta deludendo le aspettative, dentro e fuori dal campo. Da quando è alla guida della Juventus, non è riuscito a gestire un ambiente e una pressione che sembrano ormai superiori alle sue capacità.
Un modulo rigido e ruoli indefiniti
È ormai evidente che la Juventus di Motta si affida in maniera quasi esclusiva al 4-2-3-1, un modulo che, più che una scelta strategica, sembra l’unico a disposizione dell’allenatore, senza alternative credibili. Questo atteggiamento di uniformità ha messo in luce, soprattutto nei momenti di emergenza, i limiti sia della squadra che del tecnico. L’assenza di ruoli fissi e la continua rotazione dei giocatori ha creato confusione, con atleti come Yildiz e Nico González spesso impiegati fuori ruolo, senza una vera coesione nelle scelte. La discontinuità nelle formazioni ha contribuito a rendere la Juventus una squadra senza un’idea di gioco solida, incapace di far fronte alle sfide più cruciali. E non è un caso che la squadra abbia fallito tutte le partite decisive, quelle che definiscono il destino della stagione.
Capitano instabile e gerarchie confuse
Le difficoltà della Juventus non si limitano ai tatticismi di gioco, ma si riflettono anche nell’incertezza delle gerarchie. La scelta di un "capitano volante" e l’assenza di un punto di riferimento chiaro all’interno dello spogliatoio sono segnali tangibili di una leadership vacillante. La gestione di giocatori come Koopmeiners e Thuram è emblematica. L’ex Atalanta, pur essendo l’unico titolare indiscutibile, non ha mai trovato una collocazione precisa in campo, mentre Thuram, nonostante le buone prestazioni, è stato utilizzato a intermittenza, senza mai trovare continuità. Questo è uno dei principali segni di confusione che caratterizzano l’approccio di Motta alla squadra. La gestione dei cambi, come visto nella disastrosa partita contro il PSV in Champions League, ha ulteriormente dimostrato la difficoltà dell’allenatore nel prendere decisioni tempestive ed efficaci.
Comunicazione inadeguata
Se sul campo le difficoltà sono evidenti, anche la comunicazione di Motta non è all’altezza della situazione. Inizialmente si era presentato come un parafulmine per i suoi giocatori, difendendoli pubblicamente, ma dopo la sconfitta in Coppa Italia contro l’Empoli, ha cambiato rotta, accusandoli apertamente. Invece di fornire risposte chiare e ponderate, il tecnico ha alternato dichiarazioni confuse e poco lucide. Dopo la disfatta contro l’Atalanta, ha spostato il focus su temi marginali, dicendo che "non si parlerà più di scudetto" e minimizzando l’impatto di un episodio controverso come il rigore fischiato contro la Juventus. Una reazione che, data la gravità del risultato, ha deluso ulteriormente le aspettative dei tifosi. Piuttosto che concentrarsi su spiegazioni concrete, Motta ha fatto affidamento su frasi generiche, come quella che la sua squadra è "la seconda più giovane del campionato", come se questo fosse un alibi per una prestazione che ha deluso su tutta la linea.
All'orizzonte ci sono ancora dieci partite per cercare di salvare il quarto posto e mantenere viva una speranza di riscatto, ma la Juventus sembra ormai una squadra sempre più confusa e senza un’identità chiara. In questo momento, la squadra non sembra più in grado di trovare una via d’uscita, e la gestione di Motta appare sempre più inadeguata a risollevare le sorti di una stagione che, se non verrà recuperata, lascerà cicatrici profonde.
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