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Thiago Motta merita l'esonero (da dicembre). Gestione disastrosa e presunzione inaccettabile

  • Immagine del redattore: SCADUTO ANTONIO
    SCADUTO ANTONIO
  • 17 mar
  • Tempo di lettura: 4 min

Il fallimento di Thiago Motta alla Juventus è ormai un fatto inconfutabile. Non si tratta più di un semplice calo di risultati, ma di una gestione disastrosa che ha compromesso una stagione che, almeno sulla carta, avrebbe dovuto essere ricca di ambizioni. La verità è che l'allenatore bianconero è stato presuntuoso e incapace di dare un’identità alla squadra, e la sua permanenza sulla panchina della Juventus, nonostante i segnali di crisi sempre più evidenti, è una scelta che lascia perplessi. In qualsiasi altra società, Motta sarebbe stato esonerato già mesi fa, ma la Juventus ha preferito insistere con un allenatore che ormai non sembra più in grado di gestire né la squadra, né le aspettative. Partiamo dai numeri. La Juventus è fuori dalla zona Champions League e, con nove giornate ancora da giocare, la squadra di Motta sembra aver perso completamente la bussola. I disastri contro Fiorentina e Atalanta sono solo l'ultimo capitolo di una stagione che, seppur ancora in corsa per il quarto posto, mostra tutti i segni di una frattura profonda. La verità è che non si tratta di una squadra che stia semplicemente attraversando un periodo sfortunato, ma di un collettivo incapace di reagire, di adattarsi e di trovare soluzioni. E la responsabilità di tutto questo è da ricercare nell’incapacità di Motta di leggere le difficoltà e di fare le scelte giuste. La Juventus ha messo sul piatto ben 300 milioni di euro in due sessioni di mercato, ma Motta non è riuscito a far fruttare questi investimenti. A gennaio, l’acquisto di giocatori come Kolo Muani e Koopmeiners sembrava potesse dare una scossa al progetto, ma la realtà è ben diversa. Il gioco della Juventus è sempre più privo di mordente, lento e senza idee. L’ossessione per il possesso palla, senza alcuna finalizzazione, ha fatto impazzire i tifosi e messo sotto pressione una squadra che si è trovata più volte incapace di rendere concrete le sue azioni. È un gioco sterile, che sembra non avere un piano preciso, e che ha portato la squadra a non sfruttare appieno le proprie potenzialità. E poi ci sono le scelte incomprensibili che hanno caratterizzato la gestione di Motta. A Firenze, per esempio, ha lasciato fuori Vlahović, un attaccante che, seppur non in forma, rimane uno dei pochi in grado di fare la differenza in zona gol. Ha deciso di puntare su una formazione che, seppur con un predominio del possesso palla, non è mai riuscita a rendersi pericolosa. Lo stesso vale per il suo utilizzo di giocatori come Yildiz, Cambiaso, e Nico Gonzales, che sono stati lanciati senza un criterio logico e poi rapidamente rimossi. Questo atteggiamento ha dato l’impressione di una squadra senza un piano chiaro, incapace di reagire quando le cose non vanno come previsto. Motta ha sempre parlato di un progetto, ma la realtà è che la sua Juventus è un progetto che non è mai decollato. La sua presunzione è stata evidente fin dall’inizio. Nonostante una rosa rinnovata e rinforzata, non ha mai saputo trasmettere alla squadra la mentalità vincente che serve per competere a certi livelli. La sua fiducia in un sistema che non ha mai funzionato, unita alla mancanza di adattamenti tattici in base agli avversari, è stata fatale. La Juventus, sotto la sua guida, ha mostrato più di una volta la sua incapacità di rialzarsi nei momenti di difficoltà, con una squadra che ha continuato a essere prigioniera delle scelte sbagliate del suo allenatore.


Guardando ai numeri di un anno fa, la situazione della Juventus era diversa. La squadra di Allegri, pur soffrendo per una crisi interna, aveva 7 punti in più di quella di Motta ed era saldamente nelle prime quattro posizioni della classifica. Seppur in difficoltà, Allegri aveva cercato di dare un’identità alla squadra, seppur con risorse limitate, ed era riuscito a portare la Juventus alla finale di Coppa Italia. Motta, al contrario, ha avuto a disposizione una squadra che, almeno sulla carta, era decisamente superiore. Non solo non è riuscito a migliorare i risultati, ma la Juventus gioca peggio rispetto a prima. Il confronto con Allegri non è casuale: pur avendo sempre suscitato critiche, l'ex allenatore bianconero aveva costruito una squadra solida e pragmatica, anche nei momenti più difficili. Motta, invece, ha dato prova di una totale mancanza di visione, non riuscendo a capitalizzare gli investimenti e i miglioramenti della rosa. La sua gestione ha portato la Juventus alla frustrazione, con una squadra che sembra incapace di reagire ai momenti di difficoltà. Il fatto che il suo contratto sia stato prolungato per mesi nonostante i segnali di fallimento è un mistero. L’idea che la Juventus possa ancora aspettarsi qualcosa da lui sembra ormai una chimera. Eppure, la decisione di esonerarlo non è mai arrivata. Questo ritardo nella scelta è sorprendente per una società come la Juventus, che ha sempre avuto la reputazione di prendere decisioni rapide ed efficaci quando necessario. Concludere la stagione senza prendere provvedimenti sarebbe un errore imperdonabile, perché la Juventus non può permettersi di rimanere invischiata in un fallimento palese. La squadra è ormai priva di stimoli, la gestione è caotica, e Motta ha dimostrato di non avere le qualità per risollevare una squadra in crisi. Il suo esonero non è solo giusto, è necessario. Non è più questione di dare fiducia o tempo, ma di fare una scelta che possa permettere alla Juventus di rialzarsi. Il fallimento di Motta è lampante e la sua presunzione nell’insistere su un progetto che non ha mai funzionato è ormai insostenibile. Se la Juventus vuole sperare in una qualificazione alla Champions League, deve agire subito.



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