Meno bellezza, più sostanza: come Tudor sta cambiando la sua Juve
- SCADUTO ANTONIO
- 7 apr
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Contro la Roma un pari diverso: la Juve è viva, il quarto posto è una bagarre. Igor Tudor lo ha capito subito: la Juventus, oggi, è fatta di energia collettiva, di agonismo ordinato, senza ricami. Nessuna ricerca ossessiva della bellezza, solo concretezza. In dieci giorni ha preso il calcio cerebrale di Thiago Motta e lo ha riplasmato in qualcosa di più diretto, verticale, aggressivo. E il pareggio dell’Olimpico, arrivato contro una delle squadre più in forma del campionato, lo racconta bene: è un pari diverso da quelli che hanno costellato la prima parte di stagione bianconera. Certo, i limiti tecnici restano, e anzi, la foga portata da Tudor rischia a volte di amplificarli. Ma questa Juve ora lotta, morde, gioca con rabbia. Impressiona vedere come nei primi venti minuti abbia schiacciato la Roma nella sua metà campo. È un cambio di atteggiamento netto, quasi sorprendente. Eppure, proprio quel dominio iniziale — così come l’assalto finale — non produce i frutti sperati. Resta una squadra che fatica a concretizzare. Il gol incassato su calcio d’angolo, frutto dell’ennesima disattenzione evitabile, è un errore che si ripete. Così come le difficoltà di Vlahovic, ancora troppo fumoso rispetto a quello che dovrebbe essere un centravanti del suo calibro. Tudor, va detto, non è un uomo dei miracoli. Ma è un uomo di campo, di sostanza. E forse, in questo momento storico, è proprio quello di cui la Juventus aveva bisogno. Niente voli pindarici: serve pedalare, come ama ripetere lui stesso. Il quarto posto è ancora tutto da conquistare, in mezzo a una vera bagarre. Ma ora, almeno, la Juve è tornata a lottare.
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