Le parole di Giuntoli non cambiano il destino di Motta: il tecnico verrà sollevato a fine stagione
- SCADUTO ANTONIO
- 27 feb
- Tempo di lettura: 3 min
Nonostante le dichiarazioni pubbliche di fiducia da parte di Cristiano Giuntoli, la realtà interna della Juventus è ben chiara: Thiago Motta verrà sollevato dal suo incarico al termine della stagione. La decisione è ormai presa, anche se la dirigenza ha scelto di non annunciarla in modo definitivo per evitare di creare un clima di incertezza che potrebbe influire sul rendimento della squadra.
Le parole di Giuntoli: un tentativo di mantenere la calma
Quando Giuntoli ha parlato ai microfoni di Sky, cercando di minimizzare la pressione intorno alla figura di Motta, le sue parole non erano certo il riflesso di un futuro incerto per l'allenatore. Le dichiarazioni di fiducia sono state in realtà una mossa per non destabilizzare l’ambiente in un momento già delicato della stagione. Con la squadra ancora impegnata nella corsa al quarto posto in campionato, e le altre competizioni ormai chiuse, il direttore sportivo ha preferito mantenere un’apparente continuità, evitando che la decisione di cambiare allenatore venisse percepita come un segno di crisi.
Le parole di Giuntoli, pur confermando la fiducia in Motta, sono state dunque un messaggio diretto alla squadra e ai tifosi: la società non vuole disorientare l'ambiente con scelte affrettate e vuole concentrarsi sull'obiettivo finale della stagione. La verità, tuttavia, è che la Juventus ha già deciso di separarsi dal tecnico a fine stagione.
Motta e la crescita mancata: aspettative non rispettate
Quando Thiago Motta è stato chiamato alla Juventus, la società aveva le idee chiare: non si chiedeva a lui di vincere subito, ma di iniziare un percorso di crescita. La Juventus sapeva che sarebbe stato un anno di transizione, con tanti giovani da valorizzare e una squadra da rifondare. Il tecnico doveva costruire una solida base, migliorare il gioco e soprattutto dare un’identità ben definita alla squadra.
Purtroppo, la crescita che ci si aspettava non c’è stata. Anzi, la squadra ha mostrato segni di regressione rispetto alle aspettative iniziali. Il gioco non è mai stato fluido, la squadra ha faticato a mantenere la solidità difensiva, e non si è mai vista una vera reazione alle difficoltà. Le prestazioni altalenanti sono diventate la norma, e gli infortuni, seppur rilevanti, non giustificano completamente una stagione che, a questo punto, si è trasformata in un vero e proprio fallimento sotto diversi punti di vista.
Le eliminazioni premature e l’impossibilità di lottare per i titoli
Già a novembre, la Juventus aveva detto addio alla corsa scudetto, con la squadra troppo distante dalle prime posizioni. A gennaio, l’eliminazione dalla Supercoppa Italiana ha evidenziato ulteriormente le difficoltà, e a febbraio sono arrivate altre delusioni: la squadra è stata eliminata in maniera prematura dalla Coppa Italia e dalla Champions League. Questi insuccessi, uniti a una gestione poco convincente delle partite, sono stati il campanello d’allarme per la dirigenza. La Juventus, abituata a lottare per i primi posti e per i trofei, non può permettersi di rimanere in questa fase di transizione senza vedere risultati tangibili.
La decisione finale: cambio di allenatore necessario per il futuro
La Juventus ha compreso che, nonostante le buone intenzioni di Motta, il percorso intrapreso insieme non ha portato i risultati sperati. La squadra ha bisogno di una nuova scossa, di un allenatore che possa restituire quel gioco solido e quella mentalità vincente che storicamente appartengono al club. La decisione di cambiare allenatore non è mai stata facile, ma è diventata inevitabile per dare nuova linfa alla squadra e riprendere il cammino verso la competitività.
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