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De Rossi prometteva, Juric affondava. E Ranieri fa parlare il campo: pianeti diametralmente opposti

  • Immagine del redattore: SCADUTO ANTONIO
    SCADUTO ANTONIO
  • 4 mar
  • Tempo di lettura: 2 min

La Roma sta attraversando un momento cruciale della stagione e giovedì avrà l'opportunità di confermare il proprio slancio in Europa League, quando affronterà l’Athletic Bilbao. La sintesi di quanto accaduto fino ad oggi è piuttosto chiara: la squadra è passata dalle parole di Daniele De Rossi, che aveva puntato su determinati acquisti per dare un futuro ambizioso al club, al clamoroso fallimento di Ivan Juric, che non solo non è riuscito a risollevare le sorti della squadra, ma ha anche visto un tracollo clamoroso che lo ha condotto a una posizione precaria anche in Premier League. In questo scenario, l'arrivo di Claudio Ranieri ha rappresentato un autentico punto di svolta. Con lui, il concetto di “fatti e non parole” non è solo una frase fatta, ma una realtà tangibile. Ranieri ha messo mano a una squadra che sembrava impantanata nelle difficoltà, restituendo ordine e visibilità a giocatori che sembravano destinati all’oblio. Prendiamo ad esempio Souleé, un acquisto che inizialmente sembrava non all’altezza delle aspettative. Sotto la guida dell'allenatore romano, il giovane talento ha saputo farsi valere, dimostrando il suo valore e guadagnandosi una nuova opportunità. Lo stesso vale per Zeki Celik, difensore spesso criticato, che con Ranieri è riuscito a risalire la china, trovando maggiore continuità e imponendosi in difesa. Ma Ranieri non si è limitato a recuperare le individualità. Ha saputo dare nuova linfa anche a giocatori che, fino a poco tempo fa, sembravano essere in uscita. Un esempio lampante è Eldor Shomurodov, attaccante che sembrava ormai destinato a lasciare la Roma, ma che con l’arrivo dell'allenatore romano ha visto rilanciato il proprio ruolo in squadra, riuscendo a mostrare una qualità che in precedenza era rimasta inespresso. Anche alcuni casi più controversi, come quelli di Gianluca Mancini e Bryan Cristante, sono stati risolti grazie alla gestione oculata di Ranieri. I due, spesso criticati per prestazioni altalenanti, hanno ritrovato la giusta motivazione, tornando ad essere punti fermi del centrocampo e della difesa. Il loro ritorno alla forma migliore non solo ha dato stabilità al reparto, ma ha anche restituito una rinnovata coesione al gruppo, che ora si presenta compatto e determinato a non fermarsi nella corsa verso gli ultimi traguardi stagionali. La Roma, insomma, si trova oggi in una condizione psicologica e atletica nettamente migliorata rispetto a qualche mese fa. In pochi avrebbero scommesso su una reazione tanto forte dopo le difficoltà iniziali, ma sotto la guida di Ranieri, il club ha saputo risollevarsi e ora si prepara ad affrontare con fiducia la parte finale della stagione, consapevole che ogni partita potrebbe rappresentare una nuova opportunità per cementare ulteriormente questa risalita. Il match di giovedì in Europa League contro l'Athletic Bilbao sarà solo un altro banco di prova in un cammino che, se continuerà su questa strada, potrebbe riservare soddisfazioni importanti per una squadra che non ha intenzione di fermarsi.

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